UN PRIVILEGIO LUNGO 10 KM: DAL MANDRIONE AL GIANICOLO
In passato mi chiedevo spesso quanto tempo trascorressi in auto: due ore al giorno, 10 a settimana, 40 al mese, 480 l’anno… tradotti in giorni di vita persi all’interno di una lamiera?
Ora mi chiedo ogni mattina qual è la strada che voglio concedermi: la campagna o le vie trafficate dagli automobilisti, la via più breve o quella più bella, la Roma imperiale o rinascimentale, le buche profonde o i sampietrini ma sempre, davvero sempre sotto lo stesso magnifico cielo.
Percorso n. 1 LA VIA DEL MANDRIONE
E’ quasi la mia preferita con i suoi maestosi acquedotti che garantivano l’acqua alle terme. Alle abitazioni private, alle fontane di una Roma lontana secoli e penso alle mandrie che le hanno dato il nome. Alle foto d’epoca con le baracche degli sfollati e di chi cercava fortuna in città negli anni ’50.
Mi sembra di sentire le voci dei bambini che giocavano nel fango. Le grida delle mamme, i panni bianchi stesi sul filo tra una casa e l’altra, penso a Pasolini…
Supero una fila infinita di auto fino alla Casilina vecchia, a quanta felicità provo pedalando. Passo un paio di volte sotto le grandi arcate, tra gli sguardi attoniti di automobilisti quasi fermi. E poi via verso Porta Maggiore che è il trionfo dei giganti dell’acqua!
Non distrarti Ale che qui la rotatoria è seria.
Costeggio la Santa, faccio un mezzo giro di Piazza Vittorio e già assaporo la discesa di Via Cavour fino ai Fori ed a Piazza Venezia. Un lusso vero riservato a pochi eletti. Chissà perché spero sempre che i due vigili presenti sulla piazza fermino le auto per far passare una ciclista. “Macché” quelli neanche mi vedono, stanno lì a parlare “fitto fitto” di cosa poi? Forse dicono le stesse cose di quelli di Porta Maggiore. Qualche giorno mi fermo e glielo chiedo.
La massima concentrazione è richiesta su Corso Vittorio, tra preferenziale, auto in sosta e slalom obbligato dei bus, buche e dossi, è bene fare attenzione.
Spero sempre di incontrare qualche amico, a volte mi capita di sentirmi chiamare da una voce potente di un ciclista “grande” che mi trasmette il buonumore. Che se poi sono fortunata potrei incrociare anche Elena, bionda e leggera che pedala con i capelli al vento!
Arrivo al Gianicolo
Infine un’arrampicatina su per il Gianicolo verso il “Bambinello” e, quando arrivo a destinazione, non devo cercare il parcheggio ma lego semplicemente la bici al palo e mi concedo qualche minuto per godermi il panorama, sempre magnifico e sempre diverso!
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