UN ARGINE FLUVIALE NON È UNA CICLABILE
Alcuni pensano io sia contro le ciclabili: “non è vero; sono contro alle ciclabili alla vaccinara”.
In generale sono dell’idea che il ciclista debba poter circolare in sicurezza sulla strada, così come previsto dal Codice della Strada, in particolare il ciclista deve rispettare gli articoli 50 e 182 del codice della strada; basterebbe che tutti gli utenti rispettassero scrupolosamente l’articolo 141 e questo pezzo finirebbe qui.
Nessuno in Italia rispetta le leggi, figuriamoci il Codice della Strada, per questo mi ritrovo a parlare di ciclabili quei percorsi dedicati che i ciclisti dovrebbero utilizzare per spostarsi in sicurezza.
Cos’è una Ciclabile?
A Roma non è ben chiaro cosa sia una ciclabile.
Appare evidente quando un padre con due figli che circolano in bicicletta, scelgono per stare “sicuri” di percorrere la più importante e bella delle “ciclabili alla vaccinara”.
L’argine del Tevere è uno dei luoghi più belli al mondo. Roma non esisterebbe se non avesse il suo fiume, quel fiume che è stato via di collegamento e luogo di scambi commerciali, che l’Unità d’Italia ha ingabbiato tra due argini a muraglione e ha escluso dalla città evitando che esondasse.
Ebbene a inizio anni 2000 c’è stato chi ha pensato che “per togliere i ciclisti dalla strada”, per non far pagare una sanzione UE al Comune, l’argine fluviale potesse essere “una ciclabile”.
Non voglio soffermarmi sul fatto che alcune volte l’anno il fiume salga di livello, non voglio neppure discutere se possa essere sicuro o meno passare, da soli, dove c’è “chi dorme sotto ai ponti” di notte, non voglio discutere la presenza di bancarelle per tutto il periodo estivo, mi voglio soffermare sulla Fruibilità della ciclabile, sulla
sua facilità di accesso e sicurezza di percorso.
Ma se…
Se scendere le scale con la bicicletta, facendola scorrere, inclinata, sulle “apposite canaline” attaccate al muro, è disagevole per un adulto, se i bambini sono due bisogna anche stare attenti che la più piccola non cada di sotto dai muraglioni delle scale nei punti senza parapetto, figuriamoci come possa essere complicato per un bambino; se
poi le canaline non sono presenti sull’ultima rampa di scale e quindi non arrivano alla sede di banchina, vuol dire prendere la bicicletta, alzarla di peso e portarla giù a braccia.
Una volta sulla “sede ciclabile” dovrebbe essere tutto facile e invece no, ci sono le insidie e le difficoltà tipiche: ci sono le auto che fanno manovra, i furgoncini che scaricano o caricano, i pedoni che camminano, le griglie dissestate per lo scolo delle acque, i lastroni di marmo lisci, sconnessi, disuniti e traballanti sotto ponte Sisto e altre varie.
In effetti si potrebbe pensare io sia contro le ciclabili.
Neppure per idea, io sono contro “le ciclabili alla vaccinara” di Roma che, il Codice della Strada mi obbliga ad usare per allontanarmi dal pericolo stradale ma, rischiano di far fare male a me e ai miei figli.
A proposito, quelli che più di tutti si avvantaggerebbero di una rete di percorsi protetti sono proprio i bambini (citati nell’art.182 del codice della strada) che a Roma non possono andare in bicicletta “perchè è pericoloso”.
A questo punto, meglio una Bike Lane ben fatta: anche queste a Roma non ci sono.
Se i ciclisti di domani domani oggi non possono pedalare, domani andranno in auto.
Non è fantasia, è tutto documentato.
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