OGGI È IL CENTENARIO DEL GIRO D’ITALIA E NOI SIAMO STUFI
Il Giro d’Italia sta per cominciare e forte è stata l’indecisione sullo scriverne o meno.
Un Giro, questo, funestato dalla scomparsa di un uomo che significherà un atleta in meno per l’Astana e un amico in meno per noi.
Ormai diventano sempre di più i report di incidenti stradali in cui sono coinvolte le bici.
Diventano sempre di più gli amici che non rivedremo.
Ogni anno più di 250 persone muoiono in sella alla propria bici, non considerando gli incidenti giornalieri, e ben 16mila restano ferite.
Questi eventi non possono più essere catalogati come semplici incidenti.
Sono troppe le distrazioni che portano a questo risultato fatale e sono troppe le vittime per lasciar correre.
E’ di pochi giorni or sono la notizia di una famiglia travolta da una signora alla guida della sua vettura che, ubriaca, si faceva un selfie.
Il fatto di aver scelto un mezzo che non dispone di carrozzeria per circolare, pone noi e i pedoni (altra categoria di utenti deboli della strada) ad un continuo rischio, che siamo stufi di affrontare.
Ci riesce difficile capire come si possa ancora non reagire davanti a questi numeri. E ci riesce difficile capire i continui attacchi di chi si sente il più forte, forse proprio per questo.
Siamo stufi
Siamo stufi di aspettare i piccoli provvedimenti di tutela che le amministrazioni faticano a mettere in piedi.
Di aspettare che il governo emani una norma ad hoc.
Stufi di vedere i rifacimenti delle strade dove però non vengono previste corsie ciclabili.
Di non poter godere dei nostri centri cittadini senza il timore dell’incidente.
E siamo stufi di portare ghost bike nei luoghi delle morti.
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