DA MONTE MARIO ALLA NOMENTANA CON LA PEDALATA ASSISTITA
Vivo a Monte Mario da settembre 2013, tre anni e mezzo su uno dei monti più alti di Roma. Ventoso, verdeggiante e con salite molto faticose per chi pedala tutti i giorni per andare e tornare dal lavoro in zona Piazzale Clodio e dintorni.
6 km in discesa libera
Per due anni ho raccolto la sfida e mi sono fatta 6 km in discesa libera e 6 (o 4) km per ritornare sulla via del Trionfo (la Trionfale altezza Forte Trionfale): molto sudore per risalire la china, ma la soddisfazione di arrivare a casa con la faccia rossa e la maglietta bagnata cancellava tutta la stanchezza dell’impresa, per chi come me non è una ciclista in gara agonistica, ma una pedalatrice urbana di 38 anni.
Il passaggio alla pedalata assistita
Poi a settembre 2015 il luogo di lavoro è diventato più distante, arrivare fino alla Nomentana alta (dopo viale Kant) da Monte Mario sono 15 km tra pianura e risalite, compreso il ritorno fanno 30 km al giorno: 2 ore e trenta minuti di viaggio in aggiunta alle 8-10 ore di lavoro. Non era più sostenibile andare con la bici, ma l’idea di prendere i mezzi pubblici o peggio ancora la macchina in car sharing (poiché la macchina privata non la posseggo più dal 2013) mi terrorizzava.
Ho cercato soluzioni alternative e la novità che mi ha convinto di più è stata la bici con pedalata assistita: ecologica ed economica una volta ammortizzata la spesa iniziale, nessuna assicurazione né benzina rispetto a un motorino, nessun problema di parcheggio, velocità di navigazione massima 25km/h. La scelta giusta! Da quando la uso ho risolto molti problemi logistici, non temo più le distanze né i gas tossici presenti nell’aria che inaliamo anche mentre passeggiamo, ma ancor di più a polmoni aperti quando si pedala sotto sforzo.
15 km in meno di un’ora
E così da un anno e mezzo attraverso la città eterna tra piste ciclabili o strade del centro. A seconda dell’ispirazione del giorno. Se scelgo la pista ciclabile la prendo da Ponte Milvio, proseguo per Viale Tiziano, poi svolto all’Auditorium e salgo fino a Villa Glori. Da lì si prosegue passando per la via della Moschea, verdeggiante e silenziosa che ti porta fino alla tangenziale. Un breve tratto sulla pista accanto ad auto e moto sfreccianti fino a raggiungere l’imbocco della Riserva del fiume Aniene. Un sentiero asfaltato con accanto il fiume e la vegetazione spontanea rigogliosa. Si esce a Via Valsolda e raggiunta Piazza Sempione sono costretta a farmi un breve tratto di Nomentana per raggiungere il luogo di lavoro. Tempo impiegato un’ora scarsa e consumato il 60% della batteria. Ma durante le ore di lavoro ho il tempo necessario per ricaricarla e fare il percorso al contrario.
Passare alla bici elettrica è stato strano all’inizio.
Il mezzo pesa molto di più (evitare quindi percorsi con scale altrimenti te la devi ‘accollare’), ti devi ricordare il caricatore della batteria se fai percorsi lunghi, ti devi portare le bombolette gonfia ruote che non è che puoi ripararle al volo, devi avere almeno due catene per proteggerti dai furti, se la bici fa strani rumori non basta portarla in ciclofficina ma devi andare al negozio dove l’hai comprata perché i fili elettrici che collegano motore e batteria rendono difficili semplici interventi meccanici… insomma tante piccole novità che rendono unica la nuova esperienza di pedalata senza sforzo… ma quanto godo quando sono sulla lunga salita della Trionfale, o su via delle Medaglie D’oro, o su via dei Colli della Farnesina…tutte salite con più o meno pendenza ma pur sempre lunghe salite!
La bici con pedalata assistita è la soluzione perfetta per me! Ci trasporto pesi notevoli anche grazie alle sacche laterali, al portapacchi e al cestino! E sopratutto questa scelta rientra in quella più grande di cercare di inquinare di meno. Seguendo la massima Ghandiana: “SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO”.
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