QUALCUNO L’HA DEFINITA UNA MEDITAZIONE IN MOVIMENTO
Il lunedì mattina indosso i pantaloncini da bici sotto i jeans, prendo casco e guanti e salgo in sella.
Sì, un pò di attrezzatura secondo me non guasta. Ho una grossa sacca da attaccare al portapacchi, dove entra un po’ di tutto, dal pc al cambio, a qualche pezzo di frutta.
I guanti e la giacca sono a prova di pioggia.
Nel mio caso, controllo il tempo prima di partire, dato che faccio orario d’ufficio non voglio prendere pioggia nel viaggio di andata.
Se piove a dirotto prima di partire, opto per i mezzi pubblici, insomma non voglio rimanere con i vestiti umidi o bagnati tutto il giorno.
La scelta tecnica di cui sono più felice sono i copertoni antiforatura.
Bisogna solo ricordarsi di tenerli ben gonfi con la pistola del compressore.
Il mio tragitto è da Villa Fiorelli (zona San Giovanni/Piazza Lodi), a Via Mario Carucci (Laurentino). All’andata faccio un tratto di Via Cilicia, poi l’Appia Antica; quindi attraverso il parco Scott, faccio la Montagnola, e poi il ponte ciclopedonale su Via Laurentina, riprendo un tratto della ciclabile Laurentina, e sono arrivato. Al ritorno, in inverno faccio la ciclabile Colombo invece della Montagnola, per non rifare il parco Scott al buio, d’estate capita di preferire tutt’altro percorso passando per il parco dell’Appia Antica, da via dei Lugari.
Qualcuno l’ha definita una meditazione in movimento.
Mi accorgo che pur rimanendo concentrato sulla strada, il pensiero è più libero, e mi capita di fare associazioni di idee o riflettere sul traffico, sulla città, e sulla sua disorganizzazione.
Stamattina, a montagnola, ho voluto perdere 10 secondi di tempo per far attraversare la strada a due signore anziane che rimanevano ferme a bordo strade senza avere il coraggio di impegnare le strisce pedonali. ‘grazie, grazie, c’hanno tutti fretta, nun te fanno ‘traversà!’
Il tempo che impiegherei facendo la strada in macchina è circa uguale. Lo sguardo sulla città, il rapporto con le persone è completamente differente.
Quando ho ricominciato qualche anno fa ad andare in bici al lavoro, ero più motivato dal volere motivare altri. Ora mi godo di più il viaggio, punto.
In bici sono più felice. E sì, il lunedì mattina la bici mi aiuta a superare lo scalino del ‘ricominciare la settimana’.
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