Il magico mondo delle buche di Roma, III
Eccoci qua, cari amici di salvaiciclisti e dell’intero orbe terracqueo, voi che vi affollate da tutti gli angoli della terra bisognosi di sapere delle buche di Roma. Bentornati in questo blog che avversa il ciclista del nord Italia, che è invidioso e ci vuole male perché noi siamo felici e lui no.
Infatti il ciclista di Ferrara, di Bolzano, di Mantova, ribollente di malanimo, scosso da livore insonne, reagisce alla sua infelicità intrinseca di padano dandosi alla costruzione di piste ciclabili, z30, zone pedonali, marciapiedi…
Ma ciò è inutile.
Parlo a te, ciclista evoluto, che stai sfalciando la ciclabile dalle erbacce, che stai chiudendo al traffico il centro cittadino, che metti un bel pavè su vasti marciapiedi. Tu che insomma ti affanni a costruire nella tua città una mobilità rispettosa, sana, sostenibile, ecologica, a misura d’uomo.
E’ inutile che cerchi di convincerci che tutte queste cose servano, noi c’abbiamo le buche, i tassisti mannari, le ciclabili salgariane e le Mamme in Panda dalla Portiera a Falce, e ci divertiamo moltissimo giacché le nostre giornate sono sempre diverse e avventurose.
Ma bando alle ciance, ricominciamo a far schiattare d’invidia il ciclista padovano, ferrarese, parmense con la nostra caleidoscopica collezione di buche.
La Mosè
Ispirata al celebre vegliardo dell’Antico Testamento e al suo celeberrimo pezzo per sfuggire al faraone, si caratterizza per tagliare longitudinalmente la strada con sospetta precisione.
La Mosè di piazza San Giovanni, nota a tutti i ciclisti del quadrante Roma sud.
Come nel caso dell’episodio dell’Esodo, certe cose non accadono per caso; anche sotto la buca Mosè vi sono motivi teologici. Andiamo ad indagare.
Buca Mosè nella fase Genesi
In principio vi era un guasto; e quindi l’amministratore creò un buco trasversale per rimettere a posto il tubo o il cavo, e fu sera e fu mattina.
Il giorno dopo l’amministratore, la più astuta tra le bestie selvatiche fatte dal Signore, la ricoprì alla cazzo senza preparare bene il terreno sotto, e sembrava cosa buona, ma non lo era.
E quindi poi, puntuale come la punizione divina, arriva la Divisione Degli Asfalti.
Una interessante variante è la Mosè Ubriaco, stessa buca ma parallela al corso della strada, tipo che Mosè arriva sulla spiaggia del mar rosso ma è ubriaco si sbaglia e divide il mare per lungo, arriva il faraone e si beve lui, Aronne e tutte le dodici tribù di Israele.
Il ciclista Romano conosce ed ama tutte le Mosè dei suoi percorsi, perché sono come il giudizio divino, impossibile scansarle. Quindi ci si prepara, ci si concentra, sui pedali a usare le gambe come ammortizzatori e… via, verso la terra promessa!
La Buca Kinder
E’ semplice, è la buca con la sorpresa dentro, generalmente un sampietrino.
Riscontrabile anche in formato famiglia, confezione da tre.
Il divertimento qui nasce dal thrilling naturalmente, non sai di preciso cosa ti succederà, e una piacevole suspance ti attanaglia fino all’ultimo… Saprai gestirla? Ti squarcerà il copertone? Ti si impunta la bici come il palo del salto con l’asta e ti cappotti ma non c’è il materassone? Ma che te lo dico a fare a te ciclista bolzanino, ferrarese, piacentino che annoiato, depresso, caracolli tra casa e lavoro senza alcuna suspance con le bike lanes protette, che te ne vai in quei parchi coi sentieri bianchicci e prevedibili. Mica come i mitici Caffarella Trails, da cui emergono con protervia futurista calcinacci e pezzi di mattone, co quei begli angoli acuti che sembrano usciti da un quadro di Balla. I Caffarella Trails ci pervadono di uno spirito dannunziano per cui poi andiamo a piazza Fiume che ci sta Lazzaretti ma costa troppo e battiamo in ritirata proprio come anni e anni fa.
Ma basta rimembranze, andiamo ad affrontare l’ultima classificazione, la buca finale, passiamo dalla Genesi all’ Apocalisse…
La Stargate!!
E’ la buca in cui l’invidia del ciclista ferrarese, bolzanino, modenese assurge a livelli danteschi; ed a ben donde cari amici, il livello di divertimento ed avventura che assicura la Stargate è inarrivabile.
Si apre improvvisamente tipo una porta alchemica, ci caschi dentro e prima che tu possa realizzare che cosa è successo ti trasporta in un altro mondo.
Un mio amico è cascato in una stargate sull’Aurelia e s’è ritrovato in una barberia a Pigneto, è tornato a casa con una scatto fisso color camouflage e la sfumatura alta, che la sfumatura alta pure pure non gli sta male ma c’aveva un dura ace e per lo scatto fisso ha rosicato.
Ben di peggio è successo ad una amica che stava tornando a casa ubriaca da un centro sociale a villa gordiani e si è ritrovata in zona giuochi delfici dentro una chatenet con le cinture di sicurezza in vigogna, tra l’altro non sapeva come tornare a casa che oltre piazzale Flaminio non si era mai avventurata e c’ha messo due mesi. Quando è tornata fissava il vuoto sussurrando che i supplì di Euclide sono al polonio, le domestiche mutanti di parioli gli cresce la crestina in testa con la pubertà, e che a Fidene si vede l’aurora boreale.
Le puntate precedenti: Il magico mondo delle buche di Roma I; Il magico mondo delle buche di Roma II.
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