LA BICI, ROMA, TRUMP E LA LIBERTÀ DI FARE COME MI PARE
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LA BICI, ROMA, TRUMP E LA LIBERTÀ DI FARE COME MI PARE

Come se non bastassero il traffico di tutti i giorni, comuni pellegrini da torpedone che arrivano fino a san Pietro tutti i giorni e in particolare il mercoledì, oggi il Presidente degli USA viene in visita dal Papa per fare due chiacchiere e con l’occasione fare un po’ il turista. 

Come un normale Americano con la camicia a fiori sceso a Civitavecchia da una nave da crociera. La giornata si preannuncia di quelle ostiche, anche per me che normalmente mi sposto in bici: “la parte più sensibile della zona di sicurezza attorno al Vaticano sarà chiusa al traffico di veicoli, bici comprese, pedoni e transennata.”

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Oggi rischio di far tardi al lavoro per colpa di un “potente della terra”, contrario a buona parte delle mie idee: è contrario all’integrazione tra i popoli, è per lo sfruttamento dissennato delle
risorse ambientali senza considerare la Terra nel suo complesso, al grido di “America first” pensa di poter imporre la sua arrogante ignoranza dei problemi sociali, ambientali economici, a tutti noi.

Io so’ Romano, forse nun je chiaro, lo so da prima che Colombo scoprisse l’America che l’imperi so’ fatti pe’ casca’; forse l’unico club che funziona dopo 2000 anni è proprio quello d’oltre Tevere; nun me puoi veni’ a obbliga’ quarcosa.

Donald, non può impedire a Roma di essere Roma.

L’apparato di sicurezza non può impedire alle idee di circolare e, ne sono certo, non può fermare le persone o le bici. Li romani continueranno a fa er loro con la solita indolenza e li turisti continueranno a fasse le foto.

Io oggi faccio quello che faccio sempre, prendo la bici e vado al lavoro, il traffico romano non mi ferma quando impazzisce per la pioggia, per l’apertura delle scuole, figurati se mi fermeranno per il
passaggio de “la bestia”. I vigili urbani a Roma so’ li pizzardoni e come so’ impotenti l’altri giorni, lo saranno pure oggi.

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Come volevasi dimostrare: lascio i figli a scuola, scivolo placido in mezzo alle auto in colonna, ferme, imbottigliate, un po’ più degli altri giorni ma come ogni mercoledì; a Cavalleggeri stanno riaprendo il transito; la Pizzardona me se para davanti, la guardo, schivo e proseguo nella galleria PASA intasata; sono al ponte, le macchine sono ferme, i mezzi pesanti obbligati a svoltare a destra; attraverso il fiume, svolto a sinistra e sono a via dei Coronari; arrivo a piazza Navona faccio ‘na bella foto.

Roma resta Roma, i romani so’ sempre loro e chi se ne frega se faranno ‘n po’ più tardi.

Adesso me vado a prenne’ ‘n caffé.

Caro Donald; faccio come me pare, alla faccia tua, della tua idea di Mondo, del tuo modello di sviluppo economico, del tuo disprezzo per le politiche ambientali.
E lo so, non sono il solo.

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Quelli che oggi stanno imbottigliati in mezzo al traffico sono quelli che ci stavano anche ieri; ancora non hanno capito quanto è bella la libertà dei pedali sotto ai piedi.


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