IL CODICE DELLA STRADA PREVEDE L’EDUCAZIONE STRADALE
Il Codice della Strada all’art. 230 prevede la promozione della formazione “dei giovani in materia di comportamento stradale e di sicurezza del traffico e della circolazione, nonché per promuovere ed incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto”.
Secondo quest’articolo “il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con proprio decreto, da emanare di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell’interno e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, avvalendosi dell’Automobile Club d’Italia” doveva predisporre appositi programmi “corredati dal relativo piano finanziario, da svolgere come attività obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, ivi compresi gli istituti di istruzione artistica e le scuole materne, che concernano la conoscenza dei principi della sicurezza stradale, nonché delle strade, della relativa segnaletica, delle norme generali per la condotta dei veicoli, con particolare riferimento all’uso della bicicletta, e delle regole di comportamento degli utenti, con particolare riferimento all’informazione sui rischi conseguenti all’assunzione di sostanze psicotrope, stupefacenti e di bevande alcoliche” (art. 230 comma 1 C.d.S.).
Per poter porre in essere questi appositi programmi scolastici, il legislatore ha determinato anche la copertura economica stabilendo che i proventi spettanti allo Stato di cui al comma 1 del citato articolo 208 siano attribuiti al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nella misura del 5 per cento del totale annuo, per la predisposizione dei programmi obbligatori di cui all’articolo 230, comma 1, del decreto legislativo n. 285 del 1992;
La strada come campo di battaglia
Come è oramai a tutti noto, la strada non è più il luogo dove transitano persone e veicoli, ma un vero e proprio campo di battaglia che vede contrapposti da un lato l’utente debole (art. 3 comma 53 bis C.d.S.) dall’altro i veicoli a motore e dove alla fine della giornata si contano le vittime cadute a seguito della guerra civile mai dichiarata.
Ogni giorno numerosi cittadini armati di volante scendono sulla strada è per eccessiva velocità, distrazione, incapacità a controllare il proprio veicolo, cattiva conoscenza o incuranza uccidono! In Italia nel solo 2015 a seguito di incidenti stradali sono morte 3.428 persone e 246mila sono state ferite (https://www.istat.it/it/archivio/192204)
Le vittime a piedi o su due ruote superano ormai abbondantemente quelle a bordo di automobili e la città dove si muore di più è ROMA.
Necessità di un cambiamento socioculturale e la funzione dell’educazione stradale
Per cercare di porre un freno a questa mattanza di cittadini occorre una sensibilizzazione di tutti gli utenti della strada che porti ad un cambiamento socioculturale attraverso l’affermazione della funzione primaria degli utenti deboli rispetto ai veicoli a motore anche nel Codice della Strada.
Nell’attesa di questa modifica legislativa sia posta in essere, è necessario che l’art. 230 C.d.S. trovi piena attuazione nei programmi scolastici degli istituti di ogni ordine e grado, consentendo così la formazione di giovani più consapevoli e responsabili in materia di comportamento e sicurezza stradale.
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