CONOSCI IL PAESE DOVE FIORISCONO I LIMONI?
Nelle giornate di primavera con il cielo terso e la generosità della flora un percorso lungo e piacevole mi attende e così inizio la giornata come fossi in vacanza.
Direzione Largo Tacchi Venturi, entro nella Valle della Caffarella e dopo 50 mt mi sembra di non essere più in città: verde a perdita d’occhio, gregge di ovini in bella mostra, canto di uccelli, fiori ovunque, una brezza leggera mi accompagna.
I pittori dell’800 affrontavano lunghi viaggi per dipingere la campagna romana che qui è rimasta quasi intatta. Penso ancora una volta di essere una privilegiata. Richiamo alla mente
un componimento di Goethe
Conosci il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci tu?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!
Con questi versi nella testa raggiungo l’Appia Antica, dove a volte si può incontrare un gregge. (vedi foto Copertina)
Supero il Parco Scott e mi “risveglio” bruscamente al frastuono di auto sulla C. Colombo.
Cavalcavia Ostiense, Gasometro, Ponte della Scienza sono nel bel mezzo della Roma industriale del primo novecento, bella e fascinosa, la cui trasformazione fatica a decollare, un profumo di pizza bianca e pane appena sfornato mi conduce davanti ad un fornaio, cerco di resistere al desiderio di fermarmi.
Mi abbandono al fiume, dopo un tentativo mal riuscito di negare il degrado della rampa di accesso alla banchina, infelice risultato di bagordi notturni o disperati senza tetto.
Ancora Goethe scriveva
L’Italia è ancora come la lasciai,
ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero,
si presenti come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c’è vita e animazione qui,
ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano,
dell’altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro,
pensano solo per sé …
Silenzio, solo il rumore dell’acqua che scorre e una ciclabile quasi vera che mi porterà a destinazione, pedalo e ammiro dal basso la città industriale, un palazzo in costruzione sull’argine del Tevere occulta e offende la Dogana, incontro ciclisti e podisti, molti gli stranieri, pochi i turisti, vegetazione ricca e mal tenuta.
Lo scrosciare della rapida all’isola Tiberina, gli splendidi ponti, gli edifici maestosi, potrei incontrare un bambino sul monopattino o un gruppo che declama versi.
Un uomo offre cibo ai germani reali e sopraggiungono i gabbiani, tenero e poetico il suo gesto mi commuove, la breve vacanza è ormai finita!
Affronto la giornata di lavoro piena di entusiasmo e ringrazio la mia amata bici, felice al pensiero di un rientro a casa insieme a lei.
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