Gentile Dott. Gramellini, abbiamo letto con attenzione il suo pezzo “Un senso” di alcuni giorni fa, relativo alla tragedia dell’asilo “Primo Maggio” dell’Aquila. Crediamo sia una sintesi perfetta di quanto la maggioranza dei cittadini e…
Partiamo da una premessa ovvia e banale: i ciclisti sono persone, esseri umani, così come gli automobilisti. Alti, magri, calvi, pelosi, belli, brutti, maschi, femmine… bravi e stronzi. In questo non fanno eccezione nel genere umano, non sono una razza a parte.
Di tutti i falsi miti che ho sentito in questi anni di pedalate per la città, quello più grande, più ricorrente e più “falso” è quello che dice che Roma non sia una città adatta per andare in bicicletta (soprattutto a dispetto di altre cittadine europee e del mondo).
Una delle osservazioni che ascolto più frequentemente da quando uso la bici per spostarmi in città è: “bravo tu, però io avrei paura a portare mio figlio in bici… a Roma poi!”.
Quando dico che vado in bici spesso mi viene chiesto: “ma non hai paura? A Roma è pericoloso”. Ebbene si, forse lo è, ma lo è anche andare a piedi o in moto.
Auto con la pioggia? No, grazie. Ecco perché anche quando piove si può andare in bici in tranquillità e comodità, ovviamente con le dovute accortezze.
Ci sono tanti motivi per scegliere di non prendere l’automobile in città preferendo la bicicletta. Tutti conosciamo l’insofferenza che si genera quando siamo incolonnati in fila nel traffico, quando perdiamo la pazienza per cercare un parcheggio.
Uno degli aspetti che scoraggia di più la scelta di usare la bici in città e quello relativo alla “impresentabilità” che ne potrebbe conseguire per recarsi in ufficio o ad un appuntamento importante.
L’inquinamento dell’aria è un male silenzioso, invisibile, eppure i suoi effetti sono incredibilmente concreti. I prodotti della combustione dei carburanti sono estremamente dannosi per il nostro organismo, eppure ogni volta che accendiamo il motore della nostra macchina consideriamo questo aspetto un qualcosa di inevitabile.
