LA BICI E LA RIVOLUZIONE INEVITABILE
Con la bicicletta a Roma accade oggi quello che spesso accade con tutte le idee rivoluzionarie della storia.
Le idee rivoluzionarie vengono sempre accolte col furore selvaggio di persecuzioni implacabili, e con le più impudenti campagne di menzogna e diffamazione.
Ma, dopo che sono state svuotate di significato, si cerca di trasformare le idee rivoluzionarie in icone inoffensive, di santificarle, per così dire, e di circondarle di una certa aura di gloria.
Anche la bicicletta, a Roma, viene sottoposta a questo trattamento.
Per decenni, la bicicletta è stata deliberatamente estromessa dalle strade di Roma, costruendo i (falsi) miti della pericolosità, dei ciclisti indisciplinati, della bicicletta come mezzo straccione.
Adesso, snaturandone il potenziale rivoluzionario se ne mette in primo piano e se ne esalta ciò che è, o pare, accettabile. Una pista ciclabile da sistemare, un marciapiedi da ridipingere, un tratto pista ciclabile che non disturbi il traffico, magari anche qualche nuovo stallo per legare le bici in una remota stazione di periferia. La bici è il mezzo ecologico per antonomasia e quindi è accettabile tollerare una piccola nicchia di buffi personaggi in paranoia con l’uso della bicicletta.
Così stando le cose, e visto che ormai le deformazioni riguardanti la bicicletta hanno pervaso il dibattito pubblico, uno dei compiti più importanti che le associazioni come Salvaiciclisti-Roma devono portare avanti, è quello di ristabilire la vera centralità della bicicletta per la mobilità urbana.
L’uso della bicicletta non è un orpello. La transizione verso un modello di mobilità in cui la bicicletta occupa una posizione centrale rappresenta l’unica possibilità che abbiamo di trasformare la nostra città in un posto dignitoso in cui continuare a vivere per molti secoli ancora. Ciò è inevitabile.
Come vedono il mondo i romani
Oggi, i cittadini romani non sono pronti ad accettare questo cambiamento. Qualche giorno fa, in un gruppo di discussione di un Comitato di Quartiere si discuteva su come risolvere il problema di un ingorgo di automobili, che regolarmente si forma in corrispondenza di una rotonda.
Venivano proposte diverse soluzioni
a. Togliere la rotonda e mettere un semaforo
b. Mettere un ponte carrabile al posto del ponte pedonale più avanti
c. spostare la rotonda verso il centro asse della strada…
d. allargare il ponte di ferro più avanti
e. togliere due semafori che si trovano più avanti
Questo è il modo in cui la maggior parte delle persone vedono il mondo.
Questo tipo di visione è inconciliabile con la transizione verso un modello di mobilità centrato sulla bicicletta. Chi si trova nell’ingorgo dirà: è troppo pericoloso andare in bici, ci sono troppe auto, l’aria è inquinata. E’ una situazione di stallo.
Roma ha bisogno di un cambiamento radicale.
Di una rivoluzione.
Gli attivisti di Salvaiciclisti-Roma non si fermano.
Stiamo completando la revisione del Piano Quadro della Ciclabilità, un lavoro impegnativo che presenteremo dopo l’estate. Stiamo lavorando ai progetti per le scuole. Stiamo continuando a studiare i nodi amministrativi che bloccano lo sviluppo della ciclabilità a Roma. Stiamo organizzando nuove iniziative in strada.
Questa è una battaglia che non ha stagioni, non ha ferie, non ha pausa.
Mi sento fortunato e orgoglioso di poter lavorare nell’associazione con persone che non si stancano di immaginare la rivoluzione che cambierà per sempre il volto della città.
Qualsiasi cosa stiate facendo per il diritto di tutti a condividere la strada, per il diritto dei bambini ad essere indipendenti, per il diritto di tutti a respirare aria pulita, per il diritto ad avere spazi in cui vivere la città, incontrarsi, essere felici, non vi fermate!
Il cambiamento siamo noi. Siatene consapevoli e siatene responsabili.
Credits: immagine di copertina a cura di Sergio Gatto
Salvaiciclisti-Roma, associazione per ciclisti urbani, promuove l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento a Roma dialogando con i cittadini, le aziende e le amministrazioni. Diventa socio