LA BICI, ME L’AVETE INSEGNATO VOI, È PROPRIO UN GRANDE GIOCO
Cari Elena e Romeo, da quando avevate 3 e 5 anni la vostra mamma ha mollato la macchina e ha cominciato ad andare al lavoro in bici.
Già il papà lo aveva fatto,
ma scegliendo di andare a piedi. Sì certo, lui lavora a 2 km da casa e in realtà aveva semplicemente mollato il TPL romano, per scegliere di camminare. Era la cosa più facile, ugualmente veloce, e che all’inizio lo ha fatto sentire più in salute e più energico. E vi porta tutti i giorni a scuola lui a piedi, 1,5 km, insegnando a orientarvi e chiacchierando con voi.
Poco dopo anche io, la mamma, ho cominciato a muovermi solo in bici, e per voi è stato subito un gioco meraviglioso! Suonare il campanello, stare in piedi dietro (non si può!!! è pericoloso!), scegliere campanelli nuovi, colorati a forma di animale insieme a voi era uno spasso, o il copri sellino, o le lucette.
E poi tu Elena appena sei arrivata con le manine al manubrio hai voluto provare a pedalare, in piedi ovviamente, perché hai l’anima di una equilibrista, e sei una spericolata e amante del rischio.
Romeo invece me lo ricordo felice di essere messo nel seggiolino posteriore e farsi cullare abbracciato al culone della mamma.
Non spesso però vi ho portato con me.
Perché essendo in due non ce la facevo materialmente a trasportarvi né tanto meno da affrontare con il dovuto equilibrio gli imprevisti del traffico romano.
Ora avete le vostre bici e insieme abbiamo fatto tanti percorsi. Ma ogni giorno per andare a scuola ancora non la usate, è troppo pericoloso. Quando ci montate si vede che vi piace un sacco, che vi divertite, che giocate con la strada, con lo spazio pubblico, che subito si illumina dei vostri movimenti veloci e delle grida di gioia.
Ho sempre sostenuto che per me andare in bici era ed è molte cose, tutte ugualmente importanti. È il mezzo più pratico per girare tra casa, lavoro e scuola; è anche il più veloce, il più economico, e il meno problematico, ad esempio perché non devo cercare parcheggio. Mi fa sentire che contribuisco ad una città meno inquinata, e tacita la mia coscienza ecologista (ebbene sì).
E’ il mio mezzo preferito anche perché mi mette serenità e mi rende felice ogni volta. Infine perché mi permette di sentirmi vicina alla mia città, annusarne i percorsi, occhieggiare gli sguardi, sfiorandone i personaggi. Ma dopo aver visto voi e la mia bici insieme, forse ho cambiato idea, e devo dire che la bici anche per me è un grande gioco. E’ lo strumento per portare un po’ di leggerezza, di allegria e di divertimento nella vita di tutti i giorni.
Avevate ragione voi bimbi miei.
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