Jorge, la live music e gli operatori ecologici: un percorso di geografia umana.
Buon lunedì a tutti.
Piccola premessa iniziale: sono fortunata.
Il mio percorso casa-lavoro é S.Pietro – Piazza di Spagna.
Tutte le mattine attraverso luoghi che milioni di persone ogni anno partono dal capo opposto del mondo per visitare.
Nell’ordine: piazza S.Pietro, Castel Sant’Angelo, il Palazzaccio ( che proprio bello non é ma fosse solo per il volto di Giambattists Vico in una delle sculture sulla facciata un’occhiata al volo vale sempre la pena), l’attraversamento del Tevere con vista sull’Ara Pacis ed infine, ultima tappa del mio breve percorso, lo scenario unico al mondo della scalinata di Trinità dei Monti.
Allora mi chiedo : “Importerà a qualcuno una foto da cartolina di uno di questi luoghi o la descrizione della loro magia passandogli accanto pedalando? “
Mi sono risposta che no, non c’è alcun bisogno che io vi racconti questo, certamente lo sapete già.
Che taglio dare quindi a questo racconto?
Questo é ciò che ho scelto: la geografia umana.
Jorge
Ho conosciuto Jorge e la sua meravigliosa amica Teodora, due homeless che, con un candore completamente privo di ironia, mi raccontano che da 12 anni vivono nella Città del Vaticano.
Sono entrambi svedesi, con un paio di occhi azzurri a testa da lago del Nord.
I loro giacigli fatti di cartoni e coperte rimediate messe in ordine sempre nello stesso angolo del colonnato, uno degli ultimi prima di Via della Conciliazione venendo da Gregorio VII.
Jorge é un artista.
Crea disegni un po’ inquietanti ma pieni di fascino e mistero utilizzando soltanto matite morbide, 7 o 8 B.
Una mattina mi fermo a fare due chiacchiere e vedo questo quadro…..non ho resistito.
Gli ho chiesto se fosse in vendita e l’ho acquistato ( la vedete la bici?).
Se passate da quelle parti portategli una 8B, dice che lui non le trova con facilità, ne sarà felice.
Ciao Jorge, a presto, buona giornata!
Live music
Passata Via della Conciliazione, a tutt’oggi, nonostante la fine del Giubileo, ancora miracolosamente pedonale, davanti al Mausoleo di Adriano attraverso un tratto in cui mi fa da sottofondo musica dal vivo.
É una cosa che adoro, mi dà un senso di straniamento e l’illusione di essere in una qualsiasi città europea.
A volte un gruppo con percussioni, altre una donna elegantissima che suona l’arpa, oggi é stato il turno del violino elettrico.
Piano piano, ché a me non piace correre in bici e con circa 4 km di percorso sono sempre in anticipo, mi avvicino a destinazione.
Fiume, ponte, molti turisti, camioncini dell’Ama che fanno il porta a porta prima dell’apertura dei negozi.
Arrivata.
Operatori ecologici
Stamattina, davanti al portone, ci sono proprio loro.
Mi vedono arrivare col cellulare in mano che avevo appena fatto le foto per questo racconto è uno dei due, in classico stile romanesco mi dice: ” A signori’, me faccia ‘na foto che sinnó ce le fate solo quanno stamo ar bare!
Je faccia vede’ che lavoramo pure!”
Detto fatto.
Eccoli qua, che mi strappano un sorriso prima di iniziare la mattinata di lunedì.
La geografia umana é ciò che rende vivo anche il più conosciuto dei monumenti, che altrimenti non sarebbe nulla se non un insieme di pietre antiche immobili nel tempo.
La bicicletta mi ha regalato anche questo.
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