L’ABBIGLIAMENTO PERFETTO PER IL CICLISTA URBANO: LA CIPOLLA 2.0
L’abbigliamento perfetto per il ciclista urbano esiste davvero? Esistono sicuramente delle regole auree che ci permettono di non sbagliare quasi mai!
La cipolla
Perfino le nonne ci consigliavano, da bambini, di vestirci a cipolla, soprattutto nei cambi di stagione. Infatti questo bulbo, fondamentale in cucina, è caratterizzato da una struttura a strati. Uno ricopre l’altro e tutti sono estremamente sottili.
Ma mentre nella cipolla gli strati sono tutti uguali, nell’abbigliarsi a strati dobbiamo scegliere con cura cosa indossare per ogni livello.
La regola dei tre strati
Gli strati d’abbigliamento si possono dividere in tre, alcuni di essi possono essere omessi ed altri raddoppiati a seconda delle esigenze. Così avremo: primo strato o baselayer, secondo strato, terzo strato o shell.
Il primo strato
Il primo strato è quello a contatto diretto con il corpo del ciclista, quello che si veste a pelle. Costituito quindi da abbigliamento intimo.
La funzione principale del primo strato è quella di tenere il corpo asciutto. Questo non è possibile utilizzando fibre naturali come il cotone o la lana.
Il cotone infatti è un materiale idrofilo, ovvero che assorbe i liquidi: una maglietta di cotone tende quindi a restare zuppa di sudore.
La lana invece, pur non essendo idrofila, è un materiale igroscopico. Essa infatti è difficile da bagnare (i marinai di un tempo usavano giacche di pesante lana cotta) ma assorbe molto bene l’umidità. Ecco che quindi dopo una pedalata tutta lana che abbiamo indosso sarà umida e probabilmente non avrà un buon odore.
Per fortuna la tecnologia dei materiali ha prodotto delle fibre sintetiche fenomenali tra cui il polipropilene.
Se abbiamo bisogno di star caldi, quindi in inverno, il primo strato ottimale è costituito dalle cosiddette magliette termiche.
Sono caratterizzate da un lato morbido e leggermente felpato a contatto con la pelle e da un lato liscio verso l’esterno.
Questi tessuti assorbono rapidamente il sudore dal corpo umano e lo convogliano sul lato esterno dove entreranno in gioco gli strati successivi.
Ne esistono di ogni qualità: una buona maglietta termica riscalda di più, mantiene all’asciutto meglio e non emana odori sgradevoli.
D’estate, quando invece il troppo caldo è un problema, il primo strato servirà solo per rimuovere il sudore dalla pelle e convogliarlo fuori. Il primo strato estivo sarà quindi estremamente sottile e leggero.
Una cosa fondamentale da sapere: il primo strato deve essere assolutamente aderente al corpo! Solo in questo modo permetteremo alle fibre di catturare rapidamente il sudore.
Anche per le gambe ed i piedi esistono dei primi strati fondamentalmente invernali (calzamaglie e calzini).
Il secondo strato
Il secondo strato ha la funzione di non far disperdere il calore e quindi di isolare il ciclista dal freddo esterno. Può quindi essere totalmente eliminato nella stagione estiva.
Al compito di riscaldare il corpo si aggiunge quello più arduo di lasciar passare l’umidità dovuta alla traspirazione.
Abbiamo visto come il primo strato riesce a convogliare il sudore dalla superficie della pelle all’esterno del tessuto. Anche qui, se usassimo come secondo strato una maglia di lana, rimarremmo al caldo ma la nostra maglia assorbirebbe tutta l’umidità.
Ancora una volta i materiali sintetici ci possono aiutare: il materiale per eccellenza è il Pile.
Sono ormai tantissimi i produttori di maglie in Pile e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il ciclista urbano può quindi sbizzarrirsi nella scelta di modelli e colori e non avrà bisogno di cambiarsi d’abito quando scenderà dalla bici per entrare in ufficio, al cinema o in trattoria.
Anche qui il fattore qualità incide molto sulle prestazioni del tessuto. Sia la traspirazione che la capacità di isolamento termico cambiano molto a seconda del prodotto che si sceglie.
La possibilità di scegliere Pile di vari spessori permette di avere la maglia giusta per il clima che affronteremo. E come gli strati della nostra cipolla possiamo sovrapporre anche più di un Pile. Questo risulta molto utile se ad esempio partiamo da casa di mattina presto, quando la temperatura è più bassa, ed abbiamo bisogno di alleggerirci gradualmente durante i nostri tragitti.
Il terzo strato
Detto anche shell, ovvero guscio. E’ quello che ci protegge dagli eventi atmosferici e va scelto in base alle condizioni meteorologiche che si pensa di affrontare.
Anche il terzo strato dovrà essere traspirante per favorire la fuoriuscita dell’umidità che, partendo dalla pelle, ha attraversato gli strati precedenti.
Vento e pioggia costituiscono gli elementi da cui proteggersi.
Quando il clima è fresco ed il cielo limpido l’ideale è un terzo strato di tipo windstopper ovvero ferma-vento. Si tratta di tessuti molto sottili, a volte anche semi-trasparenti, che proteggono dal vento (soprattutto quello indotto dal moto della bicicletta) e ci risparmiano fastidiosi raffreddamenti. Questi capi d’abbigliamento spesso sono talmente sottili da poter essere ripiegati in una tasca quando non si utilizzano.
La capacità di riparare il ciclista dall’acqua è molto bassa per il windstopper. Di sicuro ci riparerà dalla pioggerella lieve per il tempo di trovar riparo ma non ci salverà dall’acquazzone.
Nelle stagioni piovose la soluzione migliore è il Gore-Tex.
Questo tessuto, brevettato negli Stati Uniti a metà degli anni ’70, è costituito da un materiale microporoso i cui forellini sono circa 20.000 volte più piccoli di una goccia d’acqua.
Questo permette al Gore-Tex di avere una alta capacità impermeabile e mantenere nel contempo una alta traspirabilità.
Esistono giacche di ogni taglio (elegante o sportivo), pantaloni e scarpe fabbricati con questo materiale.
L’unico punto debole del Gore-Tex è il suo prezzo non sempre alla portata di tutti i ciclisti.
Si può ovviare all’uso di questo materiale portando con se normali giacche e pantaloni impermeabili. Per gli spostamenti urbani di pochi chilometri basterà indossarli quando cadono le prime gocce. Se si vorrà evitare di arrivare madidi di sudore a destinazione sarà sufficiente mantenere una andatura più leggera.
Spesso il terzo strato disegnato per i ciclisti è corredato di inserti catarifrangenti. Questo migliora tantissimo la visibilità sulle strade.
Altre utili caratteristiche delle giacche per ciclisti sono:
- un tessuto più allungato sul retro che va a coprire la zona dei reni. La posizione piegata del ciclista spesso lascia scoprire quest’area del corpo esponendola al freddo
- maniche leggermente più lunghe. Questa soluzione fa in modo che il ciclista abbia le braccia coperte anche in fase di distensione del corpo
- tasca posteriore orizzontale. Molto utile per raggiungere velocemente piccoli oggetti di uso frequente che darebbero fastidio se fossero inseriti nelle tasche anteriori
Conclusioni
Sebbene quelle che abbiamo letto siano indicazioni utili per un abbigliamento ottimale, è sempre più che valida l’idea di portarsi una maglietta di ricambio.
Se controlliamo la nostra pedalata riusciamo anche a sudare poco e, arrivati a destinazione, una maglietta fresca ci assicurerà il massimo comfort. La sera, tornando a casa, potremo invece spingere un po’ di più sui pedali. In questo modo otterremo i seguenti vantaggi:
- scaricheremo lo stress eventualmente accumulato durante la giornata
- faremo un valido e salutare esercizio fisico
- avremo una buona scusa per farci una doccia
- arriveremo prima all’aperitivo dove mangeremo e berremo con più merito e soddisfazione
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