Giuseppe Casubolo: in Banca d’Italia i ciclisti con la bella stagione raddoppiano
Giuseppe Casubolo, lavora in Banca d’Italia, va in bici a lavoro, a fare la spesa, e per prendere il figlio (che abita lontano) usa una bici a pedalata assistita. La sua Azienda si è dotata di molti stalli. I ciclisti di via Nazionale sono una cinquantina in inverno e almeno il doppio nella bella stagione.
Ciao, mi chiamo Giuseppe Casubolo, ho 56 anni. Sono impiegato in Banca d’Italia (amministrativo, non direttivo), sono separato e ho un figlio di 13 anni.
Bici
Vado in bicicletta a lavoro. Non è un lungo tragitto, 3 km appena, ma quel pedalare mattutino mi fa entrare nella giornata in maniera diversa. Meno ansia, meno fretta, uno sguardo tranquillo su ciò che mi circonda. A piedi non è la stessa cosa vedi altro, fai altri percorsi, fai attenzione ad altri particolari.
Ormai la bicicletta è il mio mezzo di trasporto principale. Ho una bici con pedalata assistita per i percorsi più lunghi e faticosi (tipo andare da mio figlio in cima alla cassia vecchia, 10 km da casa) e uso il car-sharing per gli impegni fuori città.
Ho diversi tipi di bici, una Mountain bike, una da strada e una Ute Kone con pedalata assistita (modificata in proprio).
Inizio
Prima (fino a 7 anni fa) andavo in motorino, ma buche e pericoli sulla strada, costi di manutenzione e assicurazione mi hanno spinto a trasformare in scelta quotidiana quella che era una pratica di svago dei fine-settimana.
Lavoro
La Banca ha un Mobility Manager che oltre a firmare i moduli per le agevolazioni del Metrobus non si sente molto. Ci sono diversi stalli per parcheggiare le bici, in pochi anni siamo passati da una o due persone a circa 50-60. Con punte massime, fino al doppio, registrate durante la bella stagione. Hanno installato anche le colonnine per la ricarica delle bici a pedalata assistita (in verità fuori uso da un po’ di tempo).
All’inizio i colleghi mi vedevano un po’ come un marziano. Adesso siamo più accettati, continuano a guardarmi strano perché indosso casco, pettorina fosforescente, e protezione ai gomiti e alle spalle (che mi hanno salvato già due volte in rovinose cadute dovute a buche e pioggia).
Consigli
Consiglierei di andare in bici? Sì! Lo consiglio a tutti invitandoli però ad avere occhi e prudenza (molti automobilisti neanche ti vedono). E usare i sistemi di protezione passivi, specie per le lunghe distanze. Io uso anche un giubbotto con le protezioni ai gomiti e alle spalle. Sembrerà troppo ma mi ha già salvato da due sicure rotture per delle rovinose cadute fatte in giornate poco fortunate.
La strada è di tutti ma alcuni la percorrono da padroni, è giusto fare le proprie rimostranze e chiedere di essere rispettati. Sulla strada non ci sono ciclisti rispettosi e automobilisti prepotenti ma persone (prepotenti o rispettose) che a volte guidano una macchina e a volte conducono una bicicletta.
Mi piace che sulla strada ci siano sempre più ciclisti, mi piace che ci siano associazioni che si muovono per organizzare manifestazioni e feste.
Le persone si conquistano anche così…
Buona vita e buona strada!
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