I buoni propositi iniziano sempre di lunedì
Meno pane, meno pasta, più bici. Alla fine, mi son deciso. Dieta e movimento. Da lunedì, dieta. Da lunedì bici. Il tutto tradotto da un biglietto appiccicato al frigorifero: – pane – pasta +bici: obiettivo -10 kg
E si può dire che ci sono riuscito. E con successo. Ottenendo un ulteriore vantaggio: liberarmi dalla dipendenza dalle inefficienze del trasporti pubblici urbani di Roma.
Lunedì, quindi, ho deciso di recuperare la mountain bike dalla cantina e puntare verso l’ufficio. Un percorso in parte conosciuto, in parte no, con un abbigliamento – ovviamente – tutt’altro che tecnico, per replicare le condizioni da “impiegato che si muove in bici verso un ufficio non provvisto di doccia”.
Partenza alle 8 e un quarto, più o meno l’orario di partenza del bus 708. Più o meno, in quanto la corsa non è mai garantita, ndr.
Attivo sul telefono una app che registra il percorso, i km macinati, il passo tenuto, e parto.
Percorso ad ostacoli e percorsi incredibili
A quest’ora l’aria è bella friccicarella. Meno male che ho deciso di indossare una specie di anti-vento.
Affronto la salita di via Elio Chianesi, maledico le auto scorrettamente parcheggiate ai lati della strada, riducendola ad un budello, e rivolgo un pensiero ai latitanti di questo Comune: i vigili urbani.
Mi infilo nel traffico di viale della Grande Muraglia, evito le numerose buche ed osservo la gente, di ogni sesso ed età, che attende l’arrivo di un bus. Sorrido loro per trasmettere il senso di autonomia e libertà che può darti la bici, perché la bici ti rende libero dalle “schizofrenie” del trasporto pubblico locale (orari non rispettati, bus stracolmi, corse saltate). “Prendete la bici anche voi, affrancatevi da questa schiavitù!” vorrebbe essere il mio messaggio. Mi viene in mente di proporre al Movimento SalvaICiclisti di Roma di promuovere qui la creazione di una corsia ciclabile in questo quartiere per collegare Mostacciano al laghetto dell’EUR.
L’arrivo a Villa Borghese ha fatto sì che la stanchezza sparisse e l’ossigeno riempisse il sangue: fantastico, come rinascere.
Arrivo in via del Cappellaccio dopo 20 minuti (7 i km fino ad ora affrontati), da qui in poi solo percorsi protetti.
Arrivo a Ponte Marconi ed imbocco la ciclabile lungotevere, devo cercare di capire quale può essere il percorso migliore, il meno lungo, il meno impegnativo, il meno trafficato… con un paio di suggerimenti: o prendere ponte Cavour e dirigermi verso piazza di Spagna oppure arrivare al ponte Regina Margherita e puntare all’obelisco di Piazza del Popolo.
Un percorso bellissimo, ricco di fascino, di storia e di silenzio.
Seppure i ponti siano stati costruiti in tempi diversi e con stili diversi, a me sembrano tutti uguali: cerco Ponte Cavour e lo confondo – per mia ignoranza – con il Ponte Umberto I. Poco male, riesco comunque ad arrivare in una semi-deserta Piazza di Spagna, per poi affrontare la salita che mi porterà su al Pincio.
Affrontare questa salita, dopo ben 19 km in piano, è una impresa che ha richiesto tanto impegno: il cuore sembrava voler sfondare il petto, i polmoni sembravano fisarmoniche, ma da me non usciva alcun suono: solo rantoli.
L’arrivo a Villa Borghese ha fatto sì che la stanchezza sparisse e l’ossigeno riempisse il sangue: fantastico, come rinascere.
Dopo 1h e 20 minuti (più o meno lo stesso tempo che impiegavo con l’utilizzo dei mezzi pubblici [bus + metro B]) e 22 km percorsi, vivo e vegeto sono arrivato in zona ufficio: che soddisfazione!
Volata finale
Senza strafare, senza sudare eccessivamente, sono arrivato a destinazione: si può fare – mi son detto. E mi son premiato con cornetto e cappuccino in un bar in zona.
Si può utilizzare la bici, quindi, anche domani. Obiettivo – 10 kg, in bici, è facilmente raggiungibile.
Buona pedalata a tutti.
Resta connesso con il blog dell’Associazione Salvaiciclisti Roma. Ogni giorno pubblicheremo contenuti autentici sul ciclismo urbano a Roma. Seguici dove più ti piace sulla nostra pagina Facebook, su Twitter o direttamente da qui.